Confartigianato Torino segnala con preoccupazione un forte rincaro dei materiali ferrosi e relativi semilavorati (lamiere, tubolari e tondi), richiesto dai produttori europei, e allungamento dei tempi di consegna, che si sta verificando nelle ultime settimane. Un aumento che interessa in maniera omogenea l’intero territorio nazionale e che nella nostra Regione sta incidendo negativamente sulle 9.960 imprese artigiane della meccanica (carpenteria meccanica e meccanica subfornitura). Aumenti che restano difficili da imputare alla committenza e che restano a carico delle imprese artigiane.
In particolare si segnala l’aumento di: acciaio Inox (+ 50-60 centesimi al kg); rottame +100% (1,30 euro al kg); acciaio al carbonio e comune/lamiere da cois (+50%); lamiera da treno (+40%); acciaio a carbonio (+12-15%); acciai legati (+15-20%); alluminio (+15-20%); bronzo (+0,40-0,50%) con tendenza ad un forte rialzo perché contiene rame.
In Piemonte le imprese artigiane della meccanica subfornitura sono 3.000, con un’occupazione tra titolari e dipendenti di oltre 7.000 addetti.
La subfornitura è una realtà diffusa su tutto il territorio regionale e consolidata nel tempo, basandosi su esperienze imprenditoriali di lunga durata e in grado di mettere a disposizione della committenza industriale qualsiasi tipo di lavorazione e di prodotto intermedio, nonché i servizi correlati.
Tra i fattori che hanno determinato l’aumento dei prezzi, ricordiamo il rialzo delle quotazioni dei prodotti siderurgici a livello mondiale; inoltre il nickel è risalito a 18.000 dollari/tonnellata e la disponibilità appare limitata, sia per la difficoltà nell’importazione, sia per il disassortimento in filiera. Ciò ha portato ad un allungamento delle consegne, a rincari da parte delle acciaierie e i fornitori che hanno in magazzino la merce preferiscono posticipare la vendita.
Confartigianato Torino rimarca che per una fascia della produzione manifatturiera la quale ha fatto delle lavorazioni specialistiche di qualità un elemento di valore aggiunto, tali aumenti del costo della materia prima sono ancora sostenibili da parte delle imprese, ma per un’altra fascia, come quella della carpenteria pesante o per commesse pubbliche, tali variazioni di prezzo rischiano di schiacciare le imprese e di farle uscire dal mercato.
Un altro problema che si trascina dietro l’aumento del prezzo della materia prima è la conseguente crescente diminuzione della sua disponibilità. Infine il dazio imposto nell’ottobre del 2020 dall’Unione Europea, che ha deciso di limitare l’importazione dalla Cina dell’acciaio inossidabile al 5-6%, assoggettando a dazio del 25% le importazioni superiori, costituisce certamente un freno alle importazioni e conseguentemente un calo delle riserve di mercato e quindi un ulteriore aumento del prezzo.