La Filiera delle Costruzioni ed il Comune di Torino hanno a lungo dialogato sul tema dello scorporo del costo della manodopera e del divieto di ribasso sullo stesso, arrivando a concordare un Protocollo d’intesa al fine di consentirne un’applicazione trasparente ed efficace. Tuttavia, giunti al termine, il Protocollo non è stato recepito dall’Amministrazione Civica, sebbene siano trascorsi quasi due anni dall’entrata in vigore della legge che stabilisce di scorporare nei bandi di gara e di non sottoporre a ribasso il costo della manodopera, in una logica di tutela delle maestranze e di calmieramento dei ribassi.
Nella consapevolezza delle difficoltà interpretative e giurisprudenziali che la norma ha generato, dopo un lungo approfondimento, a fine 2014 era stato predisposto un Protocollo tra il Comune e la Filiera delle Costruzioni; lo stesso Comune, nell’ambito della Commissione Legalità e Trasparenza aveva annunciato nel medesimo periodo, come riportato dagli organi di stampa, una prossima delibera di recepimento del Protocollo, contenente anche l’impegno ad una sua divulgazione presso le società partecipate.
Ciò nonostante, la volontà politica espressa a suo tempo continua a non avere seguito e nel frattempo le imprese della Filiera delle Costruzioni patiscono sempre di più gli effetti della crisi devastante: il numero delle imprese di costruzioni e dei dipendenti iscritti in Cassa Edile è sceso ai minimi storici; fallimenti, lavori non completati e mancati pagamenti pesano fortemente sulle imprese, con una disoccupazione che si allarga, in assenza di significativi segnali di ripresa. Questa situazione è riconosciuta dallo stesso Comune di Torino che nelle più recenti delibere in materia di contratti pubblici ha evidenziato un innalzamento della media dei ribassi ed un incremento delle procedure di fallimento o concorsuali a danno delle imprese, soprattutto locali.
Il mancato recepimento, motivato sulla base di una recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (dunque di 1° grado e peraltro relativa ad una situazione diversa da quella che deriverebbe dall’applicazione del Protocollo) e della necessità di recepire un parere dell’ANAC sul punto – seppure in presenza di una applicazione dello scorporo da parte di molte amministrazioni pubbliche – lascia perplessi per la debolezza delle motivazioni ed appare grave alla luce della situazione economica. Una rapida adozione del Protocollo, oltre ad essere coerente con gli impegni presi ed a fornire chiarezza al mercato, consentirebbe di porre un freno ai (“massimi”) ribassi, ripristinando le normali regole della concorrenza, e di tutelare nel contempo le norme di legislazione sociale.
La Filiera delle Costruzioni desidera rafforzare le relazioni con la Città, ma è costretta, purtroppo, a constatare l’assenza di risultati concreti che dimostra un disinteresse generale per un settore in grave crisi.