Anche a Torino, dopo altre importanti città italiane e una consolidata prassi a livello europeo, acconciatori e centri estetici sono autorizzati a sviluppare forme di coworking che da un punto di vista normativo vengono codificate come “affitto della poltrona” o “affitto della cabina”.
Tecnicamente, si tratta di siglare un contratto, attraverso il quale l’acconciatore o estetista concede in uso per un determinato periodo di tempo una parte dei propri locali nei quale svolge abitualmente la propria attività, ad un altro soggetto, acconciatore o estetista, in possesso della relativa abilitazione professionale, affinché questi eserciti in piena autonomia la propria attività.
Il contratto disciplina tutti gli aspetti legali e pratici prevenendo qualsiasi possibile controversia tra le parti e consentendo ad entrambi gli operatori di lavorare nel pieno rispetto della legge e delle normative fiscali vigenti. Innanzitutto, la concessione dei locali è a titolo oneroso: l’utilizzatore paga un canone e questo canone può comprendere: l’utilizzo di attrezzature del concedente; il consumo di prodotti del concedente; la quota dei consumi di energia; la quota delle altre spese (pulizia locali, spazi condominiali, ecc.).
Il nuovo regolamento comunale approvato dalla Città di Torino che disciplina la poltrona in affitto è stato fortemente voluto da Confartigianato Torino come possibile risposta alla grave crisi economica in atto che ha portato ad una drastica riduzione dei consumi di servizi alla persona con la conseguente cessazione di numerose attività.
L’affitto della poltrona consente infatti in primo luogo agli operatori che hanno dovuto chiudere un’attività di continuare a lavorare nel rispetto della legge, riducendo gli effetti della concorrenza sleale di chi lavora in nero e in condizioni non idonee alla tutela della salute dei consumatori. Non solo. I giovani che non sono ancora in grado di affrontare la spesa per aprire un proprio locale attrezzato, possono prendere in affitto una poltrona o cabina e iniziare un’attività autonoma nel pieno rispetto della legge.
Tendenzialmente chi affitta una poltrona porta nell’attività ospitante i propri clienti e determina un incremento del fatturato dell’attività per effetto della drastica riduzione dei costi di esercizio. Tutte le città in cui questo nuovo metodo di lavoro è stato introdotto lo dimostrano.
Per evitare che la poltrona in affitto diventi un freno all’assunzione di personale nei saloni di acconciatura e nei centri estetici, il 3 ottobre 2011 è stato siglato un “Avviso comune” tra le parti firmatarie del contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento che ne stabilisce precisi limiti di utilizzo: una poltrona o cabina per le imprese che hanno fino a 3 dipendenti; due poltrone o cabine per le imprese che hanno da 4 a 9 dipendenti; tre poltrone o cabine per imprese che hanno più di 10 dipendenti.