Incomprensibile e inaccettabile. Così Confartigianato Torino Benessere definisce la decisione del Governo di rinviare al 1° giugno la riapertura di acconciatori e centri estetici.
La Categoria degli acconciatori ed estetisti ai vari livelli associativi ha agito con grande responsabilità presentando tempestive proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività e osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale pulizia, sanificazione. Proposte che penalizzano fortemente le possibilità di ricavo, ma con la consapevolezza della loro necessità in una fase così delicata. Non si è ricevuto alcuna risposta e ora non è accettabile che le attenzioni del Governo siano rivolte solo ad altri settori e si limitino a un’incomprensibile dilazione per la ripresa delle attività del comparto benessere che merita un’attenzione maggiore, anche, rispetto al rischio di dare ulteriore spazio a chi opera in maniera abusiva senza le opportune misure di contenimento. Non è plausibile che uno dei settori più avvezzo a scrupolose misure igienico-sanitarie finisca in coda nel calendario delle riaperture.
«Ci siamo mossi subito per rispettare regole e misure di precauzione – sottolinea Giuseppe Falcocchio (Confartigianato Torino). Non andremmo ad aggiungere nulla in più in termini di sicurezza tra un mese. È assurdo quindi farci stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati fino a giugno. La prospettiva di un altro mese e più di fermo obbligato non l’accettiamo”».
Confartigianato ha calcolato che l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza sleale degli abusivi nei mesi di marzo, aprile e maggio causerà alle imprese di acconciatura e di estetica una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo. Sarà molto difficile evitare ripercussioni sull’occupazione: i mancati ricavi mettono a rischio il lavoro di 49 mila addetti del settore.